L'Upload Festival con il suo concorso per nuovi talenti, pensato per i giovani musicisti d'Italia (ma anche di altre regioni europee), è ormai giunto alla sua IV edizione.Accreditati per la manifestazione musicale che farà tappa anche nel Nord Tirolo e precisamente il 9 aprile 2011 al PMK di Innsbruck è la band francese del genio ribelle Neige, Alcest
Gli Alcest sono un gruppo metal formatosi nel 2000 da un progetto musicale, di rivelazione recente, nato dalla mente di Neige (nuovo giovane genio della scena estrema), già fondatore di A-me-soeurs e Peste noir, oltre che cantante attuale dei Forgotten Woods. La Line Up della band comprende oltre che Neige (pseudonimo di Stéphane Paul) strumentista poliedrico (basso, batteria, lead guitar e cantante) dal batterista Winterhalter e nei concerti dal vivo anche l’apporto del bassista Indria e la chitarra d’accompagnamento Zero.Neige il botto lo ha fatto con gli ex componenti Aegnor alla chitarra e Argot al basso con il full- lenght d’esordio “Souvenirs d’un autre monde”, etichettato come darkwave, il disco propone un suono molto vicino a quello di Agalloch, Anathema e Katatonia, con atmosfere cupe, ad eccezione di “Tir Nan Og”, che ricordano i migliori Anathema.
All’inizio non risulta particolarmente eclatante ma riascoltandolo si può affermare che si tratti di uno splendido disco (metal?) ma i commenti più approfonditi è meglio lasciarli a chi se ne intende di più sul genere. In seguito con lo split album “Tristesse hivernale/Aux funérailles du monde, Neige (neve in francese) muta le sonorità black metal della band in uno stile musicale vicino allo shoegaze.Più tardi, Neige ha annunciato in un blog che il seguito di “Souvenirs d’un autre monde” sarebbe stato registrato dal 27 luglio a metà agosto 2009, e l’uscita prevista per il marzo 2010.La promessa è stata mantenuta quando il 29 marzo 2010 è uscito il secondo full-lenght degli Alcest: “Ecailles de lune”.
Alcest è un progetto musicale nato nel 2000 dalla mente genialoide di Neige ("neve" in francese, pseudonimo di Stéphan Paul) ex componente di Peste noir, Mortifera, Phest, A-me-soeurs, Lantlos e Valfunde al quale si unirono poco tempo dopo altri due musicisti, Aegnor (ex Peste noir e Valfunde) e Argoth (ex Peste noir), tutti originari di Bagnois-sur-Cèze, in Francia. La band lanciò inizialmente un demo dal titolo “Tristesse hivernale”(2001) con sonorità black metal. Poco tempo dopo però i due componenti del gruppo che si erano uniti agli Alcest, Aegnor e Argoth, lasciarono la band e Neige ritornò quindi l'unico esponente. Il geniale musicista francese nel tempo ha mutato le sonorità black metal della band in uno stile musicale vicino allo shoegaze. Nel 2009 si è unito alla band il batterista Winterhalter.
Nella visione infantile di un bambino, Neige immaginava spesso di essere in contatto con un paese lontano, un "fairy land": un luogo fantastico e magico, dove vive libero e felice un piccolo gruppo di elfi, con «colori, forme e suoni che qui non esistono» come egli stesso ama definire. La sua musica è profondamente legata al concetto ancestrale e tendono a raffigurare un luogo e delle sensazioni estatiche, un progetto, una ricerca reale, un perpetuo vagare attraverso luoghi sconosciuti con la speranza di fare luce sui misteri di questa esperienza esoterica.
Il progetto Alcest è l'adattamento musicale dei ricordi di questo mondo fantastico: Neige con la musica degli Alcest cerca di portare l'immaginazione dell'ascoltatore verso i ricordi della sua infanzia. Questo tipo di concetto è stato introdotto con l'ep “Le Secret”. Neige nel 2007 ha firmato un contratto con la label tedesca Prophecy Productions e con “Souvenirs d'un autre monde” ha proseguito questo intento.
Le prime recensioni di “Le secret” accreditarono lo stile degli Alcest come una versione black metal fredda e malinconica, con grande sorpresa e delusione da parte di Neige. Il musicista francese infatti, in un’intervista apparsa sulla webzine Aeternitas Tenebrarum Music Foundation, rispose seccato a queste interpretazioni, così come ai pareri che decretavano la sua voce piena di uno stato d’animo oscuro: «Un umore oscuro???... Mi rattrista veramente questo parere, poiché ciò dimostra che non sono riuscito a comunicare quello che avevo dentro di me ... Volevo solo creare un canto "materno", ipnotico e surreale, simile a quello che sento come afferente al fiabesco, certamente non un "canto tetro". Le mie melodie sono sì strane, ma non stressanti, almeno spero di no! La produzione scadente e il canto strozzato possono forse spiegare le cose.
Se tu avessi almeno capito il significato dei miei testi, non credo che si sarebbe detto ciò, perché non sono testi tristi o ansiosi, che tengo invece per i Mortifera. Ho in programma di registrare nuovamente “Le Secret” molto presto, mi auguro che questa volta non vi sarà alcun fraintendimento in quanto non sei la prima persona a valutare la mia musica come musica dark. » Un altro malinteso è l’idea che vi siano delle voci femminili in “Le secret”, la voce nell’ep è invece sempre quella di Neige. “Souvenirs d’un autre monde”, invece, include la voce femminile di Audrey da A-me-soeurs. In una recente intervista con Neige condotta da una label indie, il cantante francese ha affermato che “Souvenirs d’un autre monde” ha richiesto tra i 5 e i 7 anni per venire pubblicato, e quando gli venne chiesto di fare un altro full-lengt ha detto ai suoi fans che “devono prendersi il tempo per capire davvero “souvenir” e devono pazientare ancora prima di poter ascoltare un altro album”. Più tardi, Neige ha annunciato in un blog che il seguito di “Souvenir” sarebbe stato registrato dal 27 luglio a metà agosto 2009, e l’uscita prevista per il marzo 2010. Questa promessa è stata mantenuta quando il 29 marzo 2010 uscì il secondo full-lenght degli Alcest: “Écailles de lune”.
Uno sconosciuto ragazzino d'oltralpe rendeva possibile un sorprendente matrimonio tra Burzum e My Bloody Valentine: cos'era,
shoegaze suonato (e cantato) con furia black-metal? O piuttosto black-metal caduto chissà come in trance estatica da rapimento
shoegazer? L'idea non era poi nemmeno così innovativa: basti pensare agli Ulver di "Bergtatt" o a certi episodi dello stesso Burzum per avere illustri predecessori. Ma qualunque cosa fosse "Le Secret", e fregandocene di quanto fosse originale, una cosa è sicura: quel breve lavoro era un piccolo scrigno di inaudita bellezza. Ancora piccola cosa però per dare il giusto sfogo a un talento immenso, prestato anche a varie altre band (tra cui i redivivi Forgotten Woods e gli splendidi A-me-soeurs).
Ma adesso Alcest ci regala finalmente non più piccoli squarci, ma un'intera collezione di istantanee del suo mondo carico di
spleen, e lo fa stavolta rinunciando del tutto ai residui estremi, per dedicarsi esclusivamente a una forma rivitalizzante di shoegaze magico e
naif, di devastante potenza emotiva. Strati su strati di chitarre ci accolgono con una
intro maestosa e articolata, poi un breve intervallo acustico, vociare di bambini, ed ecco che "Printemps Emeraude" esplode in un accecante trionfo di colori, in una melodia strappacuore, in un muro di suono che vola ad altezze irraggiungibili.
Canzoni lunghe, passo tranquillo e sicuro, Neige sa prendersi tutto il tempo necessario per permettere ai suoi affreschi di colpire con tutto il loro potere evocativo. La
title track si apre con un rassicurante arpeggio acustico, per poi premere di nuovo sul pedale del distorsore e scodellare un'altra indimenticabile melodia, e un altro muro di chitarre infuocate di passione. "Les Iris" rallenta ulteriormente il passo, l'umore si fa meno sorridente e più meditativo, le chitarre sembrano tremare di ricordi infelici. Eppure il canto di Neige resta leggero come una piuma anche quando, nel finale, si ritrova immerso in arrangiamenti spaziali e tumultuosi.
A dominare, infatti, è pur sempre la dolcezza, che pervade tanto gli scenari assolati e bucolici, sebbene intrisi di infinita maliconia, di "Ciel Errant", quanto il romanticismo disperato della straordinaria "Sur l'autre rive je t'attendrai", dove la voce femminile (di Audrey Sylvain) dona ulteriore purezza alle ariose melodie dipinte da Neige."Tir nan Og" chiude l'opera in toni giocosi da "sera del dì di festa", almeno finché una pensosa parentesi acustica incupisce leggermente l'atmosfera.
Ma il finale riprende il volo leggerissimo che ci conduce, in dissolvenza, verso - purtroppo - l'uscita dal sogno ovattato a cui Neige ha dato vita.
I ricordi di Alcest riportano in auge il tempo lontano dei primi Slowdive, e persino con più calore, spontaneità e ingenuità riesce a immergere l'ascoltatore nelle più incontaminate brume della memoria: i paesaggi interiori di Alcest sono quanto di più prezioso potesse capitare al beneamato shoegaze per tornare prepotentemente in vita così come lo abbiamo amato nella sua forma più pura. Anni e anni a correr dietro a
next big thing di estrazione cosiddetta
indie, una più inconsistente dell'altra, ed ecco che il miracolo lo fa un 21enne francese nato nei bassifondi del vituperato
black-metal con un acerbo, piccolo capolavoro che rapirà, si spera, il cuore di tutti voi.
di frabel