Il grande Jeff Bridges: "Da Lebowski a oggi resto lo stesso: uno che vuole aiutare gli altri"
Con quella sua faccia bella e strafottente Jeff Bridges ha lasciato un marchio profondo nell'immaginario americano e non solo. Il suo Dude (Drugo in italiano) di The Big Lebowski,1998 è diventato un personaggio non meno mitico e influente del Grande Gatsby di Scott Fitzgerald, di cui è l'esatto contrario. Bridges, con quella sua voce profonda e quel suo modo di fare sornione e tranquillo da uomo di frontiera e artista sensibile, mentre si avvicina ai 69 anni (è nato a Los Angeles il 4 dicembre del 1949), premio Oscar per Crazy Heart.
"Sono diventato nonno sette anni fa e mia nipote Gracie è una delle esperienze più belle della mia vita. Non posso parlare di lei senza che mi si gonfino gli occhi. Gracie vive a San Francisco e non ci vediamo tanto quanto vorrei. Io sto a Los Angeles. Lei è la figlia della mia primogenita, Isabelle con cui ho ultimato di scrivere un libro per bambini, Daddy Daughter Day".
"Sto facendo musica con la mia figlia di mezzo, Jessie, andiamo a suonare insieme on-the-road. Come sapete oltre a recitare a me piace suonare e fare foto. E adesso anche scrivere. La mia figlia più giovane, Haley, è una decoratrice d'interni, altra arte che amo tantissimo. Insomma, le seguo nel loro cammino".
"Per stare meglio con me stessio, medito. Non sono sicuro che esista una verità assoluta su noi stessi. Come asseriva Dude: "È solo la tua opinione, amico mio", non esiste verità scritta. Mio padre diceva: "Siamo qui insieme, e dobbiamo aiutarci a vicenda" e ci faceva leggere un libro anni '60, The family of Man, un libro fotografico su cosa significava essere umani.
"Faccio parte di un'organizzazione chiamata Share Our Strenght, 'mettiamo insieme le forze, che intende combattere e sconfiggere la fame nel mondo, soprattutto tra i bambini, dall'Etiopia a Chicago, senza distinzione di frontiere e civilizzazioni. Quando faccio le foto sui set dei miei film, con la mia adorata Widelux in bianco e nero, devolvo i profitti a questi programmi. Sì, siamo qui, su questo pianeta, tutti insieme".