domenica 7 novembre 2010

Javier Bardem











Javier Angel Encinas Bardem (Las Palmas de Gran Canaria), 1° marzo 1969, m 1,82 è un attore spagnolo.
Figlio dell'attrice Pilar Bardem Munoz, è stato il primo attore spagnolo a essere candidato al Premio Oscar, nel 2000, e a conquistarlo, nel 2008.
Dopo tanta fatica ce l'ha fatta. Proviene da una delle famiglie più cinematografiche della penisola iberica: i Bardem. Non era pronto a sbaragliare la concorrenza, ma era semplicemente pronto a fare quello per cui era nato e destinato da un cognome piuttosto ingombrante. Eppure è andato più lontano di chiunque altro e noi siamo fieri di lui, anche se non fa parte della nostra nazione. Ma è come se lo fosse. Un look ancora più mediterraneo di quello di Antonio Banderas – che in una qualche maniera gli ha aperto lo strada -, un misto di vecchio e nuovo sulla sua pelle, un'irresistibile voglia di essere come un toro nell'arena e ammazzare una volta per tutte il torero e poi una grande potenza sessuale in grado di risvegliare tempeste ormonali di gentili e generose signore, scatenano ovvi duelli con i rivali. In una parola, Javier Bardem è sorprendente, siderale e affascinante. Si muove di fronte alla macchina da presa come un idolo di culto, facendo breccia nell'immaginario degli spettatori in una maniera così dirompente da far slittare leggermente il cuore dalla parte destra. Come ha fatto a diventare il primo attore spagnolo nominato agli Oscar? Non in pompa magna. Gli è bastato infilare degli slip neri, sdraiarsi sulla sabbia accanto ad Andrea Di Stefano e ridere. Da quel momento in poi, si sono tutti innamorati di lui, uomini e donne.








Javier Bardem ha la capacità molto rara di rapire dal di dentro il proprio personaggio con l'intento di sviscerarlo come e meglio può, attraverso un'introspezione profondissima. Si introduce dentro il suo ruolo come se questo fosse una sua seconda pelle e risulta essere fantastico sotto ogni punto di vista, che sia di fronte a una pellicola comica e allegra o a una più dolorosa e drammatica. Verve e qualche strizzata d'occhio a un pubblico che non è solamente femminile – non dimentichiamo i fedelissimi che lo hanno seguito fin dagli esordi – e boom, il gioco è fatto. E ogni volta che stringe nelle mani un premio, in quelle circostanze da "semplice" umano diventa un vero e proprio supereroe per i nostri occhi, un uomo dotato di abilità straordinarie. Fattezze da vero e proprio toro che sa amplificare la carica drammatica di una parte in maniera ottimale.
Il giovane Bardem proviene da una famiglia d'arte: suo nonno era infatti l'attore Rafael Bardem, lui stesso è il nipote del regista Juan Antonio Bardem e sua madre è la nota attrice spagnola Pilar Bardem. All'appello non mancano neanche i fratelli, anche loro impegnati nel campo della recitazione: Carlos e Monica Bardem.Ultimogenito e più giovane membro di questa nota famiglia di attori, muove i suoi primi passi respirando l'aria del cinema iberico, seguendo la madre – a due anni dalla sua nascita i suoi genitori si separano - nelle sue numerose apparizioni filmiche e televisive.








Trasferitosi a Madrid, fa il suo debutto a soli 4 anni, nella serie televisiva El Picaro (1974) di Fernando Fernàn Gòmez, proprio accanto alla donna ed è sempre accanto a lei che esordisce cinematograficamente, ormai adulto ne Il poderoso influjo de la luna (1980) di Antonio del Real. Nel mezzo, un adolescente Bardem si allena con il rugby, entrando a far parte della nazionale spagnola e lo studio di belle arti alla Escuela de Artes y Officios, dove sogna di diventare pittore (anche se lavora come operaio e come stripper per pagarsi gli studi).
Abbandonata la scuola, a cambiargli la vita arriva il regista Juan José Bigas Luna che totalmente ammaliato dalla mascolinità taurina di Bardem lo impone come interprete principale di molte delle sue pellicole erotico alimentari, fra le quali spicca Prosciutto, prosciutto (1992) con Stefania Sandrelli. Notato da Pedro Almodòvar, il niño terribile de La Mancia, lo impone in (1997). Tacchi a spillo (1991) e poi in Carne tremula.








Man mano che la sua filmografia prosegue, Bardem raccoglie consensi e premi, tanto per cominciare i due Goya vinti come miglio attore non protagonista per Dias contados (1994) e come miglior attore protagonista per Boca a boca (1995). Dall'esaltante incontro con il regista Mario Barroso arriva al toccante Prima che sia notte (2000) dove interpreta un gay cubano fra contadini che assomigliano a Sean Penn e travestiti e militari che hanno l'aria di Johnny Depp. E la critica e il pubblico non rimarranno indifferenti di fronte alla sua performance: in primis, Javier Bardem stringe per le mani la Coppa Volpi al Festival di Venezia come miglior attore, poi si gode una candidatura ai Golden Globe nella stessa categoria e per chiudere in bellezza una nomination agli Oscar che lo porterà a essere il primo interprete spagnolo a essere nominato dall'Academy in quella categoria.









Hollywood gli punta gli occhi addosso: John Malkovich lo convince a essere protagonista del suo esordio alla regia con Danza di sangue (2002), mentre recita con Tom Cruise in Collateral (2004). Ma forse la soddisfazione più grande ce l'ha nello stringere un nuovo Goya grazie alla pellicola I lunedì al sole (2002). Ma quando sembra che Bardem abbia veramente avuto tutto, sbagliamo: Alejandro Amenàbar gli chiede di essere protagonista del suo nuovo film Mare dentro (2004), lui accetta e fa il miracolo. Il sex symbol spagnolo si piega per un tema delicato e fragile come quello dell'eutanasia, trasformandosi in Ramón, giovane uomo che per un tuffo in mare mal calcolato è costretto a stare per 28 lunghissimi anni in un letto come tetraplegico. È incredibile come Bardem riesca a disegnare con così profonda umanità la fame dietro le quattro mura, la vita in un letto che è una tomba e una vita che non è più una vita. È semplicemente sublime, per cui meritevole di una nuova Coppa Volpi, di un nuovo Goya, di un'altra candidatura al Golden Globe e di un European Film Award come miglior attore dell'anno.








Ormai considerato un attore storico, diventa membro della giuria del Festival di Cannes nel 2005, poi si fa dirigere da autori di serie A come  Milos Forman in L'ultimo inquisitore (2006), Emir Kusturica in Promise Me This (2007), i fratelli Ethan e Joel Coen con Non è un paese per vecchi (2007) con Josh Brolin e Tommy Lee Jones e Woody Allen per Vicky Cristina Barcelona (2008), e accanto a Julia Roberts in Mangia prega ama di Ryan Murphy (2010) rubando persino il ruolo di Fiorentino Ariza a Johnny Depp per L'amore ai tempi del colera (2007), già l'amore… A proposito di quello, Javier Bardem prima è superconvivente con la fidanzata Christina per più di sei anni, poi la lascia per una più spumeggiante Penelope Cruz, anche lei nuova stella spagnola di Hollywood.








Ci sarebbe da inseguirlo in una corsa mozzafiato, ma non servirebbe. Javier Bardem è un'entità semplicemente superiore che si ciba di applausi e di settima arte, vive in una galassia che si è costruito da solo, anni luce lontano dai comuni attori, e che, ogni tanto, interrompe brutalmente il suo riposo per presentarci qualche altro nuovo amico che ha avuto una sferzata decisa alla sua vita e che ha dovuto fare i conti con l'ambiente circostante, se stesso e il futuro. È uno degli attori più potenti a livello qualitativo e al pari di qualsiasi Dio, è terribile, ma anche tenero. Speriamo che l'appeal di questo grande interprete stuzzichi ancora le fantasie dei grandi, perché il cinema ha necessità di attori affascinanti come lui: fisicamente prestanti, agili e abili, disporsi a fare duri ed estenuanti sacrifici per noi. Javier Bardem è comunque un capolavoro vivente in ogni sua movenza.    




                                    Javier Bardem con la moglie Penelope Cruz



 Era uno dei film più attesi di Cannes 2010, Biutiful del messicano Inarritu, ha fatto la sua apparizione nella gremita Grand Theatre Lumiere e a giudicare dai lunghi applausi e dalla commozione sui volti di spettatori e protagonisti potrebbe essere uno dei candidati all'ambita Palma d'Oro. La spagnola Penelope Cruz era in sala ad attendere il suo Javier Bardem (i due si amano da tre anni), protagonista assoluto a cui la diva ha giustamente lasciato tutti i flash durante la Montee des Marches. Il red carpet che ha preceduto la première ha visto molti volti internazionali sfoggiare abiti sontuosi e stravaganti (piuttosto appariscente quello all gold della Venere nera Naomi): si sono prestati ai flash impazziti di fotografi da ogni parte del globo, oltre al regista e gli interpreti di Biutiful, l'elegante Naomi Watts in total black (che ha lavorato con Inarritu in 21 grammi), una Kate Beckinsale con spacco (e tacchi) vertiginosi, la regista franco-belga Agnès Varda, Valeria Bruni Tedeschi, Tim Burton (che ha percorso la passerella tenendo per mano Isabelle Huppert) e molti altri volti più o meno noti.








tratto da Mymovies










rivisitato da Frabel

Nessun commento:

Posta un commento