lunedì 6 dicembre 2010

John Martyn Hurt in Your Heart









John Martyn, era nato nel 1948 a Beechcroft Avenue, New Malden periferia di Londra a 15,1 km da Charing Cross e Trafalgar Square, Surrey (Inghilterra), ma da quando aveva cinque anni dopo il divorzio dei genitori è stato cresciuto dalla nonna a Glasgow (Scozia) frequentando la scuola secondaria Shawland Academy. John Martyn apprende i segreti della chitarra all'età di quindici dal mitico folksinger Hamish Imlach e inizia la sua carriera professionale a diciasette anni suonando una miscela di blues e folk. Trasferitosi a Londra, si fa notare nei folk club e viene ingaggiato dalla Island, che presto lo porta in studio. London conversation (1967) è il suo esordio, in lingua folk pura, ma in The tumbler (1968) dove collabora con Harold McNair, affiorano tracce di blues e di jazz e incuriosisce la calda voce dell'artista, vicina ai modelli di Tim Buckley, di Nick Drake e di Shawn Phillips. In Strombringer (1970) e The Road to ruin (1970) Martyn collabora con la moglie Beverly Kutner, ma è con i dischi successivi che raggiunge la maturità, con toni sommessi e la chitarra acustica, tocco leggero su quella elettrica, e il discreto accompagnamento bassistico dell'ex Pentagle Danny Thompson; gli album da Bless to weather (1971), Solid air (1973), Inside out (1973) e Sunday child (1974) sono tutti piccoli capolavori, con particolare riguardo per il primo, dedicato a Nick Drake. Nella seconda metà del decennio, l'artista vive un periodo di stasi e rallenta moltissimo le incisioni discografiche, incidendo il solo One world (1977), con influenze raggae e la produzione di Phil Collins.





       John Martyn divorziando dalla moglie Beverley "schiacciò il pulsante di autodistruzione"



Bel nome della scena folk rock britannica, lo scozzese John Martyn vive un periodo di crisi personale e artistica tra i '70 e gli '80, con la separazione dalla moglie Beverly e un certo rallentamento dell'attività discografica e un infelice tentativo di apertura commerciale verso gli Stati Uniti e un ritorno poi ad atmosfere più intime e soft, vicine al suo stile più classico. Grace and danger (1980), forse il lavoro più riuscito del decennio, risente del particolare stato d'animo; è un disco intimista, con belle canzoni come Baby please come home, Hurt in your heart e Our love, sospese fra un delicato pop d'autore e vaghi echi di jazz. Nel 1981 Martyn passa alla WEA e prova a cambiare stile, rivolgendosi a un pubblico più vasto con una musica dai tratti molto semplificati e anche balìali. In questa operazione di maquillage (che non ottiene i risultati sperati) l'artista è aiutato dai vecchi amici Phil Collins ed Eric Clapton; Collins produce Glorious fool (1981) e il più agitato Well kept secret (1982), oltre a collaborare come batterista, mentre il Manolenta presta la sua chitarra per Couldn't love you more (nell'album di SLOWHAND, Clapton aveva già testimoniato il suo affetto per Martyn riprendendo una sua canzone, May you never). Fallito il "progetto WEA", Martyn si trova ad affrontare problemi artistici e di management e fino al 1984 non torna in studio, consegnando al suo pubblico solo un live autoprodotto, Philentropy (Body Swerve 1983). La situazione di stallo si risolve con il ritorno alla Island e con Sapphire (1986), album registrato ai caraibi con un repertorio sorprendentemente vario e tracce di soul , reggae, funky. Inizia per l'artista una seconda carriera particolarmente felice, con una musica che si allontana dalla poesia soft dei primi giorni e affronta a viso aperto il rock e certa canzone d'autore nuda e scorbutica, alla Tom Waits. Piece by piece (1986) in studio e Foundations (1987) in corcerto live, sono il manifesto di questo John Martyn del ventennale, che si è fatto crescere una affascinante voce da orco ed è tornato a scrivere canzoni memorabili, come la tenera Angeline o la scontrosa tossica John Wayne.








John Martyn  negli anni novanta sembra proseguire su quella via pop cantautoriale che lo ha visto impegnato per quasi tutto il decennio precedente, anche se non mancano soluzioni musicali quanto meno ardite. I primi lavori del nuovo corso non suscitano particolari clamori, mentre a partire da Coundn't love you more (ROIR 1992), raccolta di brani del suo songbook totalmente reincisi, Martyn si mantiene su buoni livelli artistici, grazie anche agli interventi degli amici David Gilmour (Pink Floyd) e Phil Collins (Genesis). A regalare ultertiori sorprese ci pensa il live Live (2CD Permanent 1995) dove compare ancora Gilmour, carrellata su un repertorio ormai lungo venticinque anni. A fine 1996 è quindi la volta di And (BIEM-MCPS), in cui si segnala ancora la partecipazione di Collins, forse la miglior prova del decennio, dove oltre a una confezione sonora piuttosto scarna, Martyn ragala alcuni momenti particolarmente ispirati a livello compositivo (The dawnward pull of human nature). In The church with one bell (Indipendiente 1998) l'artista scozzese regala altre sentite interpretazioni, alcune delle quali (Glory box dei Portishead) spiazzanti.







John Martyn, nome d'arte di Ian David McGeachy (Surrey, 11 settembre 1948 -29 gennaio 2009), è stato un cantante, cantautore e chitarrista britannico. Spaziava dal folk al blues e dal rock al jazz e il suo stile era caratterizzato dall'uso della voce come strumento musicale. Nel 2000 uscì Glasgow Walker con evidenti influenze hip hop. Nel luglio del 2006 la BBC trasmise un documentario sul periodo che seguì all'amputazione (2003) sotto al ginocchio della gamba destra di Martyn, che lo aveva costretto alla sedia a rotelle, e alla successiva incisione dell'album On the Cobbles (2004). Negli ultimi anni della sua vita, John Martyn risiedeva in Irlanda, continuando a scrivere e a collaborare con vari artisti. Per celebrare il sessantesimo compleanno di Martyn, la Island ha pubblicato il 1° settembre 2008 un cofanetto con 4 CD dal titolo Ain't no Saint. Il cofanetto include molte incisioni dal vivo e del materiale inedito, il progetto è seguio da John Hillarby, amico che ne cura anche il sito web ufficiale. Martyn muore il 29 gennaio 2009 nella sua casa in Irlanda a causa di una polmonite.









A 60 anni, in Irlanda, è morto il mito della musica folk britannica John Martyn. La famiglia non ha rivelato la causa del decesso. E' noto che Martyn ha sempre avuto problemi con la droga. Nel 2003, a causa di una ciste infetta, gli venne amputata la gamba destra (la parte sotto al ginocchio). Nonostante fosse su una sedia a rotelle, continuava ad esibirsi con la chitarra. Il vero nome di Martyn era Iain David McGeachy, era nato nel 1948, nel Surrey (Inghilterra), ma era cresciuto a Glasgow (Scozia). Dopo la gavetta nei locali scozzesi, era stato chiamato a suonare in quelli londinesi dove si era fatto conoscere dalle persone importanti del mondo musicale.Nel 1967, venne pubblicato il suo primo album London Conversation. Seguirono altri album e lui si montò la testa a tal punto da dichiarare: "Sono unico. Credo che nessuno abbia mai suonato la chitarra come la suono io. Questo conta per me. Ma spero di migliorare e di dare un contributo ancora maggiore". Musicisti ben più famosi di lui, erano e sono ancora dello stesso parere. Alla notizia della morte di John Martyn, il mitico Phil Collins ha dichiarato: "Era intransigente e questo faceva arrabbiare molte persone, ma era anche unico e non ne vedremo più come lui."
Martyn continuo` a curare maggiormente le caratteristiche anomale del canto, la tecnica aspra alla chitarra (acustica con echoplex in modo da esaltare i sovratoni), e gli arrangiamenti jazz come in Bless The Weather.








Dopo l'album Sunday's child (1975), Martyn non attraversò un buon momento. Oltre a essere alcolizzato e tossico-dipendente, il suo matrimonio era in crisi. Martyn scomparve per un po' dalle scene e venne devastato psicologicamente dal divorzio, il suo matrimonio era in crisi. Lo scozzese John Martyn e` stato uno dei pochi cantanti che possa competere con Tim Buckley in fatto di creativita` vocale e uno dei piu` vicini alle tecniche del jazz. In quarant'anni di carriera ha pubblicato una ventina di album in studio, collaborando con artisti come Eric Clapton, David Gilmour e Danny Thomson. Definito da "The Times" come un "electrifying guitarist and singer" i suoi capolavori sono dischi complessi e difficili che sfocano i confini fra folk, blues, rock e jazz. Rimase sconosciuto ai piu` (ignorato da quasi tutte le enciclopedie pubblicate nei primi vent'anni della sua attivita`) finche' si converti` alla musica pop. Martyn getto` la chitarra acustica e assunse il batterista Phil Collins. Grace And Danger (Island, oct 1980) fu cosi` il suo album meno sincero dal punto di vista musicale nel momento in cui era il piu` sincero (dolorasamente sincero) dal punto di vista dei testi. Martyn si danno` deviando verso il pop da classifica.
Martyn è stato insignito all' OBE (Excellent Ordre of the British Empire) nel 2009.









dal Link John Martyn







di frabel








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