sabato 13 novembre 2010

Vintage glamour Sean Connery











Sir Thomas Sean Connery (Edimburgo, 25 agosto 1930) m 1,88 è un attore e regista scozzese.
James Bond. C'è poco da dire, ma questo dignitoso nome rammenta un altrettanto dignitoso viso d'attore, quello di Sean Connery. Per lui vestire lo smoking, guidare Aston Martin e fumare di quando in quando nel ruolo di questo personaggio, ha significato solo una cosa: entrare nel Paradiso di quegli attori che diventano una leggenda. Per questo motivo e solo per questo motivo Connery è un mito. Ma, a dirla tutta e a essere sinceri, ha dato prova di poter affrontare anche ruoli diversi dalla spia più gettonata del mondo, costruendo una carriera immacolata, come la sua vita, che raramente è andata sopra le righe e si è sempre mantenuta sobria. Un'esistenza fatta di golf e di quel buon spirito domestico scozzese. La Scozia, la sua patria, forse solo questa fomenta le sue energie. A lungo Sir Connery si batte per la libertà e per l'indipendenza della sua regione, devolvendo i suoi guadagni a opere di beneficenza (come è accaduto per Robin Hood – Il principe dei ladri). Invecchia… e più invecchia, esattamente come il vino, e più amato e aumenta il suo sex appeal! Ma come fa?








Figlio di un camionista e di una cameriera, fratello dell'attore Neil Connery, fin da piccolo si sente attratto dal mondo dello spettacolo e prende lezioni di danza classica dall'età di 11 anni. La sua insegnante? La ballerina svedese Yat Molmgren. Abbandonati poi gli studi obbligatori all'età di 13 anni, si arruola in Marina, da cui però viene congedato per un'ulcera. Tornato a terra cerca di sopravvivere come può: da verniciatore di bare a muratore, da bagnino a comparsa teatrale, da guardia del corpo a fattori che consegna il latte, fino a modello che posa nudo per l'Accademia d'Arte di Edimburgo. Poi, nel 1953, partecipa al concorso di  Mister Universo arrivando terzo.








La competizione lo mette in luce ed Herbert Wilcox sceglie immediatamente quel corpo nerboruto per inserirlo nel cast de Le armi del re (1954) di Herbert Wilcox. In seguito, dopo una manciata di ruoli televisivi, qualche anno più tardi, lo si ritrova nel film di Terence Young Il bandito dell'Epiro (1957). C'è qualcosa di incredibilmente bello e rassicurante in questo giovane scozzese e Robert Stevenson sembra accorgersene immediatamente quando lo scrittura per interpretare il film fantastico targato Disney Darby O'Gill e il Re dei Folletti (1959), immediatamente seguito dal film d'avventura di John Guillermin Il terrore corre sul fiume (1959), con Scilla Gabel.








Il 1962 è senza dubbio un anno che gli porta molta fortuna. Dopo essere entrato nel nutrito cast di star del film bellico Il giorno più lungo (pellicola sullo sbarco in Normandia), accanto a Robert Mitchum, Rod Steiger, Henry Fonda, John Wayne e Richard Burton, si sposa con l'attrice Diane Cilento, dalla quale avrà il suo unico figlio, l'attore Jason Connery, che lavorerà spesso con il padre. Ma non è l'unica felicità per Connery, che vince il ruolo della spia James Bond, alias l'agente 007, dopo che il produttore Albert Broccoli lo aveva visto nel film di Stevenson, battendo una concorrenza agguerritissima composta da Gary grant, Rex Harrison, Trevor Howard e Roger Moore (che verrà ripescato in seguito). Il ruolo della spia più nota del
mondo (dopo Mata Hari), con licenza di uccidere, di sciupare le femmine e di bere super alcolici senza fare una grinza, gli calza a pennello. Sean Connery ha il sex appeal e l'eleganza sofisticata necessarie perché diventi una leggenda fin dalla sua frase di presentazione (mitica): "Il mio nome è Bond, James Bond". E infatti, viene confermato per altri sei film sulle avventure dell'agente segreto al servizio di sua da Maestà Britannica da Agente 007 - Licenza di uccidere (1962), Agente 007, dalla Russia con amore (1963) con Pedro Armendàriz e Robert Shaw, Agente 007, Tunderball - Operazione tuono (1965) con Adolfo Celi e Luciana Paluzzi, Agente 007, missione Goldfinger (1964) con Gert Froebe, Agente 007 -  Una cascata di diamanti (1971), Agente 007 - Si vive solo due volte (1967), a Mai dire mai (1983) con Klaus Maria Bandauer. Disgraziatamente però, Sean Connery ha perso tutti i suoi capelli già dall'età di 21 anni e così è costretto a recitare con un toupet in testa. Nei panni di Bond passa da un regista all'altro dal sempreverde Terence Young a Guy Hamilton, da Lewis Gilbert a Irvin Kershner, per non parlare delle donne bellissime con le quali condivide il set: Ursula Andress, Daniela Bianchi, Honor Blackman, Claudine Auger, Akiko Wakabayashi, Jill St. Jones e Kim Basinger.








Ma non solo 007 nella carriera di questo attore. Al massimo della sua fama viene diretto da Alfred Hitchcock nel giallo psicanalitico Marnie (1964) con Tippi Hedren, Diane Baker e Melanie Griffith, La donna di paglia (1964) accanto a Gina Lollobrigida e molto importante, per non dire fondamentale, l'incontro con il regista Sidney Lumet, che lo imporrà come protagonista di pellicole come La collina del disonore (1965) che denuncia durante la IIa guerra mondiale le torture subite nei campi disciplinari dei militari ribelli dell'esercito inglese, Una splendida canaglia (1966) di Irvin Kershner a fianco di Jean Seberg e Joanne Woodward. Accanto a Claudia Cardinale ne La tenda rossa (1969), Rapina record a New York (1972) con Martin Balsam e Christopher Walken, Riflessi in uno specchio scuro (1973) con Trevor Howard e Assassinio sull'Orient Express (1974) dal giallo di Agatha Christie con il detective Hercule Poirot in un film di elegante ironia e raffinata bravura dei vari Jacqueline Bisset, Laurent Bacall, Antony Perkins, Albert Finney e Ingrid Bergman.





                      Sean Connery e il suo grande amico Michael Caine in compagnia di Shakira




Rifiuta però il ruolo del ladro gentiluomo Thomas Crown nella pellicola Il caso Thomas Crown (1968), per interpretare con Brigitte Bardot, Stephen Boyd e Honor Blackman una partita di caccia al puma nel territorio degli Apaches in Shalako (1968) di Edward Dmytryk – offerto poi a Steve McQueen -, con il risultato che Connery ancora oggi si schiaffeggia da solo per quel no!
Passerà alla regia nel 1969, firmando il documentario operaio The Bowler and the Bonnet, unica esperienza dietro la macchina da presa di questo attore che, da questo momento in poi, sceglierà di essere solo attore. Infatti, dopo essere stato diretto da Martin Ritt ne I cospiratori (1969) con Richard Harris, passa nelle mani di tre che arricchiranno (e non poco) la sua filmografia con tre bellissime e validissime pellicole: il primo è John Boorman che lo sceglie come protagonista al fianco di Charlotte Rampling del fantastico e un po' spinto Zardoz (1973), il secondo è l'oggi semiscomparso John Milius che lo vorrà accanto a Candice Bergen  ne Il vento e il leone (1975) ambientato in Marocco nel 1904 fra berberi e il sultano asservito ai francesi e tedeschi, e il terzo è il più popolare John Huston che lo inserirà nella pellicola d'avventura L'uomo che volle farsi re (1975) film cult candidato a 4 Oscar con Michael Caine e Christopher Plummer.








Conclusosi il matrimonio con la Cilento, Connery si butta fra le braccia di Micheline Roquebrune che gli rimarrà accanto dal 1975 in poi. Dividerà poi il set con Audrey Hepburn, Robert Shaw e Richard Harris nel film di Richard Lester Robin e Marian (1976), con Gene Hackman, Maximilian Schell, Elliott Gould e il grande amico Michael Caine, nonchè il glorioso Laurence Olivier nel bellico Quell'ultimo ponte (1977) che narra dei 35 mila parà angloamericani lanciati dietro le linee tedesche per impadronirsi di alcuni ponti e aprire un varco alle truppe alleate ad Arhem in Olanda, e poi sarà diretto dallo scrittoredi fantascienza Michael Crichton nel furto di un ingente quantità di lingotti d'oro di proprietà del governo britannico in 1855 - La grande rapina del treno (1978) con Donald Sutherland.
Sarà un mercenario inglese a Cuba nel 1959 per reprimere la ribellione di Fidel Castro dal dittatore Fulgencio Batista in Cuba (1979) di Richard Lester con Martin Balsam e Brooke Adams, e sarà  il dottor Paul Bradley nel film costato 17 milioni di dollari ma non riuscito, ispirato a un autentico rapporto del MIT denominato "Project Icarus", basato sull'idea di deviare un ipotetico asteroide in rotta di collisione con la Terra tramite missili posizionati in orbita, Meteor (1979) di Ronald Neame con Henry Fonda, Martin Landau, Natalie Wood e Trevor Howard.
Rifiutato il ruolo di Robert Elliott in Vestito per uccidere (1980) di Brian De Palma, continua la sua carriera di interprete passando per le mani di talentuosi registi come Peter Hyams, Terry Gilliam, Fred Zinnemann, Richard Brooks, nei vari Atmosfera zero e I banditi del tempo nel 1981, Cinque giorni, un'estate e Obiettivo mortale nel 1982 fino al semisconosciuto Russel Mulcanhy che gli farà interpretare il ruolo di un immortale, nonchè maestro d'armi e di vita di Christopher Lambert nello struggente e fantastico Highlander - L'ultimo immortale (1986).





                            Sean Connery e Christian Slater in una scena de Il nome della rosa



Nonostante l'età, Connery è ancora richiestissimo e lo dimostra il fatto che Jean-Jacques Annaud, al momento di trasporre sul grande schermo il best seller di Umberto Eco Il nome della rosa (1986), sceglie lui come protagonista offrendogli il ruolo di Guglielmo da Baskerville, una sorta di Sherlock Holmes con saio medievale spalleggiato dal fido Adso da Melk, Christian Slater, a rivaleggiare in bravura con Bernardo Gui, F. Murray Abraham, che gli farà ottenere il BAFTA come miglior attore. Ma l'Oscar, il suo primo Oscar (in questo caso come miglior attore non protagonista) gli arriva quando De Palma lo inserisce nella pellicola Gli intoccabili (1987), che racconta l'arresto di Al Capone, interpretato da Robert De Niro. Il ruolo del poliziotto Jim Malone, affiancato da Eliot Ness (Kevin Costner) e dal giovane George Stone (Andy Garcia), gli regala anche un  Golden Globe nella stessa categoria.





                          Sean Connery e Harrison Ford nel film Indiana Jones e l'ultima crociata



l presidio - Scena di un crimine (1988), Sono affari di famiglia (1989) di Sidney Lumet con Dustin Hoffman e Mattew Broderick e Indiana Jones e l'ultima crociata (1989), il terzo dei quattro film scritti da Lucas e diretti da Steven Spielberg, dove interpreta il padre del noto avventuriero - Harrison Ford), sono gli ultimi film degli anni Ottanta. Poi, dopo avere ricevuto una laurea ad honoris causa in Letteratura dalla St. Andrews University, si lancia in pellicole di avventura, di spionaggio o più semplicemente action-movies. Gli anni Novanta sono infatti gli anni de La casa Russia (1990) di Fred Schepisi accanto a Michelle Pfeifer, Roy Schneider, James Fox e Klaus Maria Brandauer, con la regia di John Mc Tiernan in Caccia a Ottobre Rosso (1990) con Alec Baldwin, Scott Glenn e James Earl Jones, Mato Grosso (1992)  e Sol Levante (1993) di Phil Kaufman con Wesley Snipes e Harvey Keitel, e non mancano, anche in questo decennio, i grandi rifiuti. No a Jurassic Park e no a Die Hard - Duri a morire, per scegliere invece pellicole mediocrissime come Highlander II - Il ritorno (1991), Alla ricerca dello stregone (1993) e La giusta causa  o il ruolo di un agente segreto nel filmone d'azione, tensione, trovate e montaggio frenetico, tutto catastrofici effetti speciali hollywoodiani per massimi incassi The Rock (1996) di Michael Bay con Ed Harris, Nicolas Cage e Michael Biehn.








Nella variante storico-avventuroso del mito arturiano ne Il primo cavaliere (1995) di Jerry Zucher con Richard Gere e Julia Ormond, nel cast strepitoso con Gena Rowlands, Gillan Anderson, Madeleine Stowe, Dennis Quaid e Antony Edwards, in un dramma dei sentimenti Scherzi del cuore (1998) di William Carrol.
Insignito del premio Cecil De Mille affianca una procace Catherina Zeta-Jones in Entrapment (1999), e poi si lascia dirigere dal regista indipendente Gus Van Sant in Scoprendo Forrester (2000) nella storia fra il premio Pulitzer William Forrester e un'assennato studente del Bronx. Nominato Sire dalla Regina Elisabetta, vince anche un Telegatto Speciale (che certo, non sarà un Oscar ma…), poi si dedica alla sua casa di produzione cinematografica la Fountainbridge Film.






L'ultimo film è La leggenda degli uomini straordinari (2003) di Stephen Norrington. La cataratta scende sui suoi occhi, rendendogli difficilissimo il suo mestiere. Trasferitosi a vivere fra la Spagna e le Bahamas con la moglie, rifiuta il ruolo di Gandalf nella trilogia di Peter Jackson Il signore degli anelli (2001-2003), così come rimanda al mittente il ruolo dell'Architetto negli ultimi due capitoli di Matrix (2003) e quello di Re Filippo di Macedonia in Alexander. Nel gennaio 2006, si fa rimuovere un tumore dal rene a New York e poi dà l'estremo saluto al cinema, annunciando nel 2006 il suo ritiro ufficiale.
Sean Connery però presta la voce nel film animazione Sir Billi (2010) di Sascha Hartmann.
Nonostante James Bond cambi volto ogni dieci anni, per noi non cambierà mai nulla. Il volto della spia con la vita cinematografica più longeva che si sia mai vista sul grande schermo apparterrà sempre a lui, icona di fascino, eleganza e costante autoironia. Tutti cadono ai piedi del suo sguardo brillante color nocciola, tutti rimangono affascinati da quel volto ovale che recentemente si è addolcito con una barba patriarcale e canuta. Quante donne avrebbero voluto sciogliersi di fronte al carattere di ferro di un uomo come lui? Un momento… Ma parliamo di Bond o di Connery?





tratto da Mymovies









rivisitato da frabel

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