Fini si trova di fronte a un bivio, proprio oggi che esplode in modo devastante il caso “Ruby”: diventare il punto di riferimento di un centrodestra ”deberlusconizzato”, oppure racimolare vantaggi effimeri con una condotta ambigua, contorta, politicista.
Diventare leader di uno schieramento. Oppure leader di un micro partitino, uno dei tanti che rallegrano la nomenclatura italiana, ma lasciano indifferenti (o inorriditi) i cittadini.
Anche il centrosinistra non dimostra di stare meglio, come dimostra a Bologna che, perso Cevenini e mai riconquistato il professor Prodi, brancola nelle nebbie padane.
Rinviate le primarie al 23 gennaio, i Democratici stanno valutando se puntare su una figura civica (Andrea Segrè, preside di Agraria) o su un politico come il vice della Provincia, Giacomo Venturi.
Il centrodestra è incerto se candidare un berlusconiano o un leghista.
In questa gara al ribasso non si comprende chi sia messo meglio.
di frabel
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