mercoledì 6 ottobre 2010
A proposito di Destra italiana e di Gianfranco Fini
Pietro Ignazi, ordinario di politica comparata a Bologna a proposito di Destra italiana e di Gianfranco Fini.
Il movimento di Gianfranco Fini fa riferimento ai maggiori partiti conservatori d'Europa. I suoi mutamenti sono significativi e vanno nella direzione di una destra moderata e non più di una destra nazionalistica con tratti illiberali, com'era An.
Ci sono state lentezze e incertezze nell'abbandono del neofascismo anche dopo la Fiuggi del 1995, ma tra il 1998 e il 1999 la prima svolta è diventata molto chiara.
Quando Fini disse che chi combattè a Salò era "dalla parte sbagliata" fece una affermazione drammatica, ma netta e radicale. Poi seguì un lungo galleggiamento, un Mar dei Sargassi dal quale è uscito negli ultimi anni.
Fini si è reso conto del suo grande errore, l'essersi fatto trascinare nel 2008 dalle lusinghe elettorali di Berlusconi aderendo al Pdl. Allora gli mancò il coraggio di azzoppare il berlusconismo, oggi lo ha trovato.
E non deve neppure lasciare la Camera: è stato eletto dai deputati.
La sua "creatura" è già abbastanza definita. Ma certo deve riaccendere la fiamma dell'orgoglio nazionale in contrapposizione alla Lega. I toni patriottici trovano spazio anche e sopratutto dove Bossi è più forte. E' al Nord che si rischiano sorprese maggiori in termine di consensi.
Oggi Fli vale il 7%, piace agli azzurri delusi.
Pietro Ignazi
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