Di Pietro, l’altro giorno, in quella incivile requisitoria ha ancora una volta evidenziato di essere più che un deputato ancora un pubblico ministero. Un pericoloso demonizzatore, attizzatore che butta benzina sul fuoco. Dopo gli episodi di intolleranza di Schifani, Bonanni e dell’agguato a Belpietro si sta verificando, di nuovo, una pericolosa escalation di violenza. A onor del vero Di Pietro non dovrebbe sedere in Parlamento e quindi neanche essere votato. Tutto questo demonizzare Berlusconi fa si che si mantenga un equilibrio inverso, non voluto, pro Berlusconi. Il Pd nella sua corsa quale principale oppositore al governo Berlusconi dovrebbe sicuramente prendere le distanze dal leader dell’Idv se vuole realmente essere credibile verso quella parte di cittadini in bilico tra l’apatia e il non voto.
di frabel
Se si solleva lo sguardo dalla congiuntura delle cronache giornalistiche quotidiane, e si guarda al quadro d’insieme, lo spettacolo sovrastante gli avvenimenti degli ultimi mesi — crisi della maggioranza di governo, eventualità di elezioni anticipate, prospettive di evoluzione della situazione — è desolante. Solo l’insipienza della classe politica, la programmatica malafede di certi media, un’opinione pubblica frastornata, e ormai incapace di discernere, potevano ridurre a una questione fra berlusconismo e antiberlusconismo l’inattualità delle istituzioni, l’inconsistenza della cultura politica nazionale, la fragilità del sistema politico che ne sono emersi. L’intero spettro delle regole, dei principi e degli istituti che sono a fondamento della nostra vita politica si sono sfarinati, mentre troppi italiani si comportano come degli ultras in uno stadio di calcio. Non si illudano berlusconiani e antiberlusconiani di far uscire il Paese dal tunnel nel quale lo hanno cacciato semplicemente prevalendo gli uni sugli altri.
di Pietro Ostellino
Nessun commento:
Posta un commento