Un vulcano che è entrato in eruzione, e che potrebbe raggiungere il culmine nelle prossime ore. Un terremoto fortissimo, che ha innescato uno tsunami che si è portato via dieci villaggi. Piogge torrenziali che si abbattono sulla capitale Giakarta. Sono giorni drammatici per l’Indonesia, arcipelago che sorge nel cosiddetto Anello di fuoco, l’arco di vulcani che contorna il Pacifico e che è la zona più sismica del pianeta. Finora il bilancio del terremoto di 7,7 gradi della scala Richter che lunedì ha colpito l’arcipelago delle Mentawai al largo di Sumatra è dialmeno 272 morti. Mentre 502 persone risultano disperse dopo lo tsunami che ha colpito dieci villaggi delle isole, spazzati via dalla furia delle onde. Unica nota positiva, il ritrovamento dei 10 surfisti australiani dati per dispersi. Il sisma è avvenuto alle 21,42 (le 16,42 in Italia) a una profondità di 20 chilometri con epicentro a 240 chilometri dalla città di Bengkulu. Nelle isole Pagai e Sibigau sono arrivate onde alte tre metri che sono penetrate per 600 metri nell’entroterra. Tremila persone hanno cercato rifugio nei campi di emergenza.
Oltre a tutto questo, il vulcano Merapi a Giava è entrato in eruzione da martedì pomeriggio e ha già causato la morte di 32 persone, tra cui un neonato di tre mesi, oltre a una ventina di feriti. Almeno 50.000 persone sono state evacuate nelle ultime 24 ore. Il Merapi all’alba aveva iniziato a eruttare cenere dai crateri minori. «L’energia continua a crescere. Speriamo si plachi, altrimenti rischiamo un’eruzione di proporzioni che non vediamo da anni», ha detto il vulcanologo Surono. Le autorità, che hanno dichiarato lo stato d’emerg enza, hanno avvertito altre 11.400 persone di prepararsi a una «urgente evacuazione». L’ultima eruzione del Merapi, avvenuta nel 2006, ha ucciso due persone. Nell’eruzione del 1994 morirono 60 persone, mentre nel 1930 si registrarono 1.300 morti.
Per far fronte all’emergenza il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha lasciato Hanoi, dove era arrivato per partecipare al vertice dell’Asean, ed è rientrato in patria, anche perché lo tsunami non è il solo pericolo che spaventa la popolazione indonesiana.
tratto da DNews
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