Pare che Sergio Leone dicesse di lui: “Ha soltanto due espressioni, con il sigaro e senza”. Eppure è stato proprio lui a togliere Clint Eastwood dal giro delle comparsate e dei serial tv e a farne un divo.
Un grandissimo attore e forse, ancora meglio alla regia. Nato a San Francisco, in California, il 31 maggio 1930, Clint Eastwood trova soltanto in Italia, proprio grazie agli spaghetti western di Sergio Leone, la popolarità che in patria non riusciva a conquistare. Grazie a Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto e il cattivo (1966), la sua maschera diventa una sorta di simbolo, icona indelebile nell’immaginario collettivo. Quando torna negli Stati Uniti continua a cimentarsi con il genere
western e a raccogliere successi, come quello ottenuto con Impiccalo più in alto (1968). Intanto incontra Don Siegel, l’altro suo grande maestro insieme a Sergio Leone. Dalla loro collaborazione nascono film come L’uomo dalla cravatta di cuoio (1968) e Gli avvoltoi hanno fame (1969). Nel 1971, con Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo, nasce il personaggio di Dirty Harry, il poliziotto più duro mai visto al cinema, che rivitalizza il genere poliziesco e regala a Eastwood un enorme successo. Nello stesso anno, Clint esordisce anche dietro la macchina da presa con il thriller psicanalitico Brivido nella notte. Poi alterna per molti anni le semplici interpretazioni, spesso con registi esordienti, come il Michael Cimino di Una calibro 20 per lo specialista, al lavoro di regista e autore dei suoi film. Notevole in questo senso è soprattutto il suo Bronco Bill (1980), splendido western crepuscolare in cui Eastwood fornisce anche una delle sue migliori interpretazioni. Dopo aver ricevuto una stroncatura dalla critica per Honkytonk Man (1982), Clint si rifugia
per un po' nel cinema commerciale, fino al riscatto del 1988 con Bird, che viene accolto con grande entusiasmo e conquista due premi a Cannes. Nel 1986, intanto, vince le elezioni a sindaco della cittadina di Carmel, in California, e mantiene la carica fino al 1992. Nello stesso anno il suo film Gli spietati vince quattro Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, e consacra definitivamente Eastwood, non solo come uno dei maggiori attori americani, ma anche come uno tra i più importanti registi di Hollywood. Con I ponti di Madison County (1995) Eastwood esplora anche il cinema sentimentale e intimista e ottiene di nuovo un grande successo. A questo seguono Mezzanotte nel giardino del bene e del male e Potere assoluto nel 1997, Fino a prova contraria nel 1999, Space Cowboys nel 2000. Nello stesso anno riceve il Leone d’Oro alla carriera e la Mostra del Cinema di Venezia gli dedica un’ampia retrospettiva. Con il documentario The Blues: Piano Blues - che è parte di una più ampia serie coordinata da
Martin Scorsese, realizzata di più registi e dedicata alla riscoperta delle radici del blues - Eastwood torna, nel 2002, dopo “Bird”, ad un lavoro fortemente permeato di musica, sua grande passione mai nascosta che, negli ultimi anni, ha fatto sì che componesse con il fido Lennie Niehaus anche le colonne sonore dei suoi film. E arrivano ancora Debito di sangue (nel 2002, Eastwood è anche interprete), Mystic River (2003, 6 nomination e 2 Oscar, a Sean Penn come migliore attore, a Tim Robbins miglior non protagonista), struggente affresco di un’infanzia perduta e violata. In seguito, Million Dollar Baby, nel 2004 (che riceve nel complesso 7 nomination e 4 premi Oscar), e il dittico su Iwo Jima del 2006: prima Flags of Our Fathers, poi Lettere da Iwo Jima che porta a Eastwood la sua decima nomination personale agli Oscar. Si dice di lui che sia come i buoni vini che più invecchiano e più migliorano: non fanno eccezione i suoi due film più recenti, Changeling e Gran Torino (2009).
Clint Eastwood, 80 anni, in un film sull'aldilà, un ritratto delle paure moderne, Hereafter, (2010) co-prodotto da Spielberg con Matt Damon, che nel film è un operaio edile americano che può parlare con i defunti ma preferisce non farlo, e Cecile de France che è una giornalista sopravvissuta allo Tsunami asiatico del 2004.
Al Festival di Toronto, Eastwood, sposato con Dina (45 anni) paragonato a Lelouch - Il mio film, inno alla vita, i critici mi lusingano -.
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